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Da tempo mi sono ormai convinta di vivere in un paese dalle usanze barbare. Perché non hanno il bidet, perché pensano sia accettabile mettere l’ananas sulla pizza e perché hanno programmi come Top Gear.
Ma non avevo capito fino a che punto il loro passato da uomini delle caverne fosse rimasto incastonato nel loro DNA. Te ne accorgi quando arriva il freddo, quando fuori ci sono 2 gradi e magari pure la neve.
Nella mia cità, in Italia, c’è una base militare americana. Quando ero piccola rimanevo sempre stupita nell’osservare questi energumeni palesementi non italiani (poi del perché riusciamo a riconoscere quasi istintivamente chi è italiano e chi no, nonostante la comune caucasicità, è un mistero) che in pieno inverno giravano per strada allegramente in t-shirt a mezze maniche. Ma nella mia città raramente fanno due gradi. E comunque è ragionevole pensare che se sei cresciuto nel Wyoming, poniamo, gli 8 gradi di una cittadina del sud Italia non ti spaventano mica.
Ma qui parliamo di freddo vero. Freddo oggettivo. Quando il termometro è sullo zero, e ci aggiungi un vento anch’esso freddissimo, penso possa dirsi senza timore di essere contraddetti che sia obiettivamente freddo (a meno che tu non sia Ivan Drago, forse).
In queste condizioni metereologiche, in cui tu, italiano medio, hai come divisa d’ordinanza un piumino che arriva fino ai piedi, tre maglie sotto, sciarpaguantiecappello, l’inglese lo riconosci per due caratteristici elementi distintivi.
1) Il cappotto è un optional. Perché tanto sono in macchina e al massimo devono fare il tragitto parcheggio-supermercato. Perché questa sfoglia sottilissima di panno in fondo cos’è se non un cappotto? Perché un cardigan di lana pesante (portato aperto sopra una t-shirt) non va bene uguale?
2) Le ballerine o sneakers di tela senza calze: che problema c’è? Ora, che lo faccia mia nonna con l’Alzheimer lo posso capire, ma tu inglese che sicuramente un paio di stivali nonché un paio di calze sono sicura che ce l’abbia, perché fai questo?
Per citare il grande filosofo Tiziano Ferro: non me lo so spiegare!
Io sono convinta che questi il freddo lo sentano anche loro. Lo vedo dalle loro facce infreddolite, appunto, dalle orecchie che a momenti cascano e dai nasi rossi che manco Rudolf the Red Nose Reindeer. E la maggior parte non sono neanche Big Jim, sono rachitici emo-adolescenti, ventenni e trentenni di tutte le razze e tutti i generi.
E allora perché sottoporsi a questa tortura? Mi sono data diverse spiegazioni, ma nessuna è esaustiva.
1) Sono temprati dal freddo. Pro: effettivamente il mio ragazzo in Italia a dicembre a volte è in maniche corte e deride noi italiani con i piumini. Cons: vedi sopra. Si vede benissimo che il freddo lo sentono anche loro, forse non lo “soffrono” (opinabile), ma lo sentono.
2) Per moda. Pro: perché essere imbacuccati non è cool. Cons: non lo fanno solo le ragazzine con i leggings, ma anche mamme anonime e signore di mezza età che di cool, diciamocelo, avranno solo le terga, appunto.
3) Sono poveri e non possono permettersi un cappotto o delle scarpe invernali decenti. Pro: tristemente, questa non è una spiegazione da scartare come assurda. La Gran Bretagna è uno dei paesi dalle maggiori disparità sociali, e il tasso di povertà, con l’ultimo governo, è aumentato notevolmente. Le ballerine di cartone ed il cappotto di cartavetro sono spesso anche perché è più facile comprare da Tesco o da Primark. Cons: Non sono solo i meno abbienti a (non) vestirsi così. Ci sono chiaramente anche le ragazzine middle class che magari di quelle ballerine di cartone da H&M ne hanno comprate tre paia. E allora non era meglio comprarsi un paio di stivali vagamente invernali?
4) Non si vestono in base alla temperatura atmosferica, ma in base a principi aleatori. Pro: Cos’altro dedurre dal fatto che sei senza calze a febbraio e si vede che stai morendo di freddo, ma nonostante, presumo, lo sapessi, ugualmente non ti sei messa un paio di scarpe adeguato? Cons: come definire uno che sa che fa freddo, sente freddo, ma ugualmente decide di non mettersi il cappotto?
Voi avete una spiegazione migliore e definitiva?
Sergio Rossi ha detto:
Cara Federica,ho letto ora,per caso, le tue disquisizioni sul freddo ” oggettivo”. Mi è piaciuto ciò che scrivi, ma sopratutto il come: ironico e umoristico. Beh, molto brevemente, ti dico che già da molti mi sono posto il problema, se così lo vogliamo definire. Io da parecchio tempo sono ad divenuto a una soluzione. Vedi se ti può convincere o essere quanto meno soddisfacente. Prova allora ad associare la non sensazione di freddo con il quoziente intellettivo dei soggetti in questione. Constaterai che sono tutti, immancabilmente, dei mezzi idioti o quasi! Ecco il punto: la loro epidermide percepisce il freddo ma ciò che i termorecettori trasmettono al cervello, non viene decodificato. Perché? Carenza di neuroni, assenza di sinapsi. Dei deficienti!!! Vedrài che al novanta per cento ti darà ragione questa consstataxiine! Un saluto. Sergio.
Lili ha detto:
Anche il giubotto di jeans e i sandali con la grandine? Qui in Germania la percezione del freddo si traslata in una percezione del “dentro” e “fuori”. Tutto ciò che è dentro è aleatorio, cioè negli ambienti interni, il tedesco medio non fa distinzione nè di stagioni temporali, nè di epoche. E’ un po’ un gira la moda a occhi chiusi, Per il fuori invece, vige l’etichetta “viviamo sulle alpi tutti insieme allegramente”. Insomma, in metropolitana ti ritrovi sempre quel 50% di persone vestite come se stessero per affrontare la scalata del monte Bianco, con scarpe da trekking e giacche anti neve di improbabili colori fluo. Tutto il resto è nero. Perchè si sa (pensano loro), con il nero non puoi sbagliare.
Rieduchiamoli!!!
Federica ha detto:
Io preferisco di gran lunga l’atteggiamento dei tedeschi. Ok, non capiscono nulla di stile ed eleganza, ma almeno sono razionali! Dentro fa caldo: mi spoglio. Fuori fa freddo(issimo): mi copro con indumenti adatti. E infatti i tedeschi sono maestri, mi pare, negli indumenti high-tech, quelli leggerissimi ma caldissimi e ben venga anche il colore fluo (che peraltro quest’anno si porta, quindi non gli puoi manco dire niente!). Ma gli inglesi e soprattutto le inglesi sono davvero inspiegabili, se non ridicoli. Non c’è moda o giustificazione logica che tenga, a me sembra pura stupidità. Non è “nonchalance” che magari hanno, soprattutto a Londra, di abbinare dei leggings a righe con delle scarpe leopardate che tu penseresti “che schifo”, e invece sulla ragazza cool londinese miracolosamente funziona (poi te lo metti tu ed è subito fiera dell’est). Dicevo, quella dello stare decisamente svestiti al freddo mi sembra pure e semplice idiozia.
Marta ha detto:
Secondo me ogni spiegazione che hai dato si applica ad una classe sociale diversa. Le ragazzine middle-class, ad esempio, le ho viste anche io in Scozia: a febbraio, con sandali (senza calze!!!) nella neve, minigonna e in fila davanti alla discoteca!! In tv c’erano programmi per “istruire” le ragazzine a non andare in giro così, perché rischiano di morire (altra tesi a sostegno della barbarie di questo popolo: i reality istruttivi, per dimagrire, per non collassarsi, per imparare a pulire la casa…). Ovviamente l’ambulanza era un must davanti alle discoteche, gente collassata per il freddo non era una rarità da vedere in giro. Invece, per quanto riguarda la percezione del freddo: qui da noi la temperatura non scende quasi mai sotto i 5 gradi, data la presenza del mare che mitiga, e la gente con 8 gradi va in giro come se fosse il circolo polare artico…Io fino a Natale ho potuto mettere la giacca primaverile, ma vedevo in giro gente con gli stivali di pelo e imbaccuccata fino ai capelli.
Federica ha detto:
Sulla percezione del freddo sono d’accordo, ma credo ad un certo punto dovrebbe subentrare il buonsenso? Senza calze in inverno in Scozia mi pare un “no-no” per ovvi motivi. Ma le ragazzine sono mediamente sceme e vogliono essere cool: ma come le giustifichi quelle che ci vanno regolarmente al supermercato? Vorrei capire il processo mentale che porta queste persone a non considerare di indossare una giacca o un paio di calze!